Descrizione
Nei miei viaggi ho sempre portato con me una piccola caffettiera che ho usato con meticolosità nella piena tradizione di una cultura italiana del caffè. La preparazione all’italiana del caffè e lo strumento utilizzato si sono fatti “rituale” di interazione. Per la fisica del calore, la moka ha registrato le macchie di caffè nelle scalfiture dell’usura, che oggi si presentano come immagini-significative della nostra storia. Gli scatti sono tre di otto facce della caffettiera, fotografate senza alcuna alterazione. L’atto termodinamico (il caffè cucinato nella caffettiera) produce i segni: segni accidentali, svincolati dall’azione umana, impressi drammaticamente sulla lastra. L’uomo, l’animale fisiologo e simbolico è perseguitato da essi. Sono la sua gloria, il suo fardello. Una volta letti, accrescono l’enigma, l’enigma d’un caffè-pittografico ancestrale ed onnipresente.